
Dalle Dolomiti all'Alto Atlante
Spedizione alpinistica del Gruppo Scoiattoli di Cortina nelle Gole di Taghia, Marocco
testo e foto di Giuseppe Ghedina
A due ore di cammino dalla prima strada, sperduto nella catena montuosa dell'Alto Atlante, sorge Taghia, un piccolo paese di contadini e pastori, un'oasi verde incastonata tra pareti ci calcare che s'innalzano vertiginose da stretti e profondi canyon. Alpinisticamente la zona fu scoperta negli anni 70 quando alcuni francesi tracciarono le prime vie d'arrampicata. La straordinaria qualità della roccia, un rosso e compatto calcare molto lavorato e spesso tagliente, ha attirato i migliori nomi dell'alpinismo europeo. Oggi le pareti offrono numerosi itinerari moderni ma la zona mantiene sempre il suo carattere aspro e selvaggio: il grado elevato delle vie e la mancanza di soccorsi organizzati ne fa un luogo riservato ad alpinisti esperti e preparati. Le vie più impegnative necessitano di un'intera giornata per la loro ripetizione, spesso il ritorno al villaggio di Taghia avviene alla luce delle lampade frontali. Anche l'avvicinamento è piuttosto avventuroso: le tracce dei sentieri che conducono alla base delle pareti corrono sul fondo delle gole dove una breve pioggia è sufficiente a trasformare piccoli ruscelli in roboanti torrenti precludono ogni via di scampo. Sulle cenge va prestata molta attenzione: i passaggi più esposti sono “attrezzati” dai pastori locali con delle precarie passerelle intrecciando tra loro rami di ginepro, un arbusto caratteristico nel paesaggio di Taghia dove può crescere fino a 10 metri d'altezza e oltre i 2.500 metri di quota. Lo storico Gruppo Scoiattoli di Cortina d'Ampezzo ha scelto le Gole di Taghia per festeggiare il 70° anno dalla fondazione ripetendo gli itinerari più importanti e aprendo una nuova via sulla parete sud del Monte Oujdad. Sono stati necessari quattro giorni per ultimare il tracciato della via che si sviluppa per 600 metri con difficoltà fino al 7c+. In questo periodo gli alpinisti hanno trascorso le notti in una grotta alla base della parete, uno dei numerosi antri che sono utilizzati dai pastori locali per il ricovero del bestiame. Fin'ora le montagne che sovrastano il piccolo villaggio di Taghia sembrano essere state estranee nella vita dei contadini berberi. Oggi invece, le pareti stanno cambiando la quotidianità di questa gente trasformando lentamente il paese: antenne paraboliche e piccoli pannelli fotovoltaici spuntano già dai tetti delle case costruite con pietra e fango. La locale “boutique” vende la coca-cola e i muli carchi di materiale fanno spola con i carichi di materiale degli alpinisti…